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Il sito del Medico e Umanista dott. Rosario Rocco De Vitis, traduttore dell'Eneide di Virgilio |
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(moglie del Dr.Rocco De Vitis)
di Ezio Sanapo
Opere del Prof. Antonio Elia nella Chiesetta di S. Giuseppe |
AVEVI RAGIONE, ZIO ROCCO!
Il tempo scorre inesorabile, il ritmo della vita ci trascina, qualcuno è ingoiato dai vorticosi gorghi, ma tu sei sempre tra noi, grande Saggio! Ancora una volta devo dire che avevi ragione, carissimo, quando nella tua attenta e gradevole traduzione dell’Eneide, ti riferivi alla costa del Salento come all’“antica madre” che accolse Enea in fuga da Troia in fiamme (En., III, 530-537). “S’accrescono or le desiate brezze e più vicino s’appalesa il porto, già di Minerva appare sulla rocca il tempio. Ammainano le vele i miei compagni e al lido drizzano le prore. Dalla parte del flutto levantino curvato ad arco è il porto; al salso spruzzo spuman le rocce opposte, e qui s’asconde il porto: in duplice muraglia inclinan le braccia i torreggianti scogli, e fugge dal lido il tempio”. Questi tuoi versi suonano molto attuali, come dimostrano le ultime scoperte degli archeologi dell’Università di Lecce. (La Repubblica, pag. 37, 26 aprile 2007). Prima di approdare alla terra promessa, secondo la predizione dell’oracolo di Apollo, da lontano Enea aveva scorto l’accogliente insenatura dominata da una rocca con l’imponente tempio di Minerva. Già lo storico Dionigi di Alicarnasso e vari commentatori di Virgilio avevano identificato il porto nella cittadina di Castro, dove, in questi giorni, sono venuti alla luce i resti del tempio di Minerva, frammenti di una statua femminile, armi in ferro ed altro interessante materiale. Dai reperti risulta chiaro che la divinità venerata era una dea guerriera. Fra tutte le insenature che si affacciano sul canale d’Otranto e che sono candidate al famoso sbarco degli esuli troiani, quella di Castro sembra la più probabile: la fortezza domina dall’alto il proprio porto e il mare. Proprio con le pietre del tempio di Minerva e con i lastroni delle antiche mura messapiche sembra che gli Aragonesi abbiano costruito i possenti bastioni dopo l’assedio dei Turchi a Otranto (1480). Parte della decorazione del frontone del tempio, vasetti in miniatura, coppette per le libagioni rituali, monete d’argento, vasi di marmo delle isole Cicladi, punte di frecce, giavellotti in ferro, recuperati dagli archeologi, fanno pensare all’esistenza di un tempio veramente importante e noto, se è stato citato nel capolavoro virgiliano. Il Direttore della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università di Lecce, Prof. F. D’Andria, non esclude che Virgilio ne abbia trovato traccia negli Annales, l’opera purtroppo perduta del suo ispiratore, Quinto Ennio, il famoso poeta salentino del III secolo a.C. Se i lavori di scavo in corso forniranno ulteriori conferme, probabilmente l’antica fortezza di Castro cambierà il suo nome in Castrum Minervae. Da vero studioso hai dimostrato ottimo fiuto nelle illuminanti note a commento della lettura dell’Eneide (pag. 189), quando avanzi delle ipotesi sullo sbarco dell’eroe troiano. La tua presenza è più che mai viva mentre si leggono i tuoi versi, frutto di una profonda cultura e sensibilità, mentre vengono segnalate importanti scoperte archeologiche, mentre chi ti ha conosciuto, apprezzato e amato ti ricorda con immutato affetto.
Paola Bray 1° Maggio 2007
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Data ultimo aggiornamento : 19 Ottobre 2017
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